La nascita di un Re
Attenzione, siete in presenza di un un vero reperto storico !!!
Vi presentiamo la lettera scritta da Gundaar (ebbene sì, cari maliziosi, Gundaar sapeva scrivere ... almeno quand’era giovane …) e lasciata sulla finestra della cucina di casa il giorno in cui il fiero nano partì dal suo villaggio nativo.
Nota bene: La lettera non fu mai rinvenuta dai destinatari poiché una (provvidenziale?) folata di vento la fece finire nel fuoco del vicino caminetto che la bruciò.
Padre e Madre,
io parto quindi non aspettatemi per pranzo.
Sono stanco dei vostri rimproveri, dei vostri sguardi colmi di tristezza e pietà.
Non sono ritardato come voi pensate e come tutti pensano in questo villaggio.
Me ne sono accorto recentemente, lo sapete ? Non sono mica ritardato.
Sono davvero un Re e ve lo dimostrerò !
Il cammino di certo sarà lungo e pericoloso ma trionferò, di ciò ne sono assolutamente certo.
Se sarà necessario combatterò orde di nemici, berrò birra a fiumi in tutti luoghi ed in tutti i laghi (segnatevela perché questa può persino vincere un festival canoro), rutterò sino a farmi venire mal di gola, cavalcherò per centinaia di miglia in sella ad un maledetto pony, avrò una figlia umana, salterò nudo da una roccia ma certamente infine trionferò!
Per Re Gundaar nulla è impossibile.
I bardi canteranno le mie gesta in quella che verrà chiamata:“Gundarreide” e verrò ricordato per sempre.
Altrimenti vorrà dire che avevate ragione tutti voi e ritornerò, sconfitto.
Ma non sarà così ! Non sono ritardato !
Ah già, sappiate che il contrattempo del drago non è stata colpa mia.
Si sa che i draghi hanno il vezzo di sputare fuoco ed il fuoco può incendiare interi villaggi.
Nulla che non si possa riparare, insomma.
Adesso basta, parto sul serio, se no faccio tardi.
L’essere Re comporta grandi responsabilità ed il tempo è danaro.
Ed anche di questo ne sarò sovrano (ovviamente con grande, saggia parsimonia).
Dite a Gunnar che lo aspetto al solito posto all’ora che lui sa.
Per il giorno, faccia a piacere.
Un’ultima cosa, ho preso in prestito l’accetta che usavamo per tagliare la legna.
E’ vecchia e malandata ma potrà ritornarmi utile come arma (seppure preferisco di gran lunga il mazzafrusto) per spaccare le ossa a qualche nemico che sia così stupido da frapporsi sul mio cammino.
Porto con me qualche salsiccia, un pò di birra e alcune tazze, giusto perché lungo il cammino potrei trovare qualcuno con cui condividere il viaggio.
Addio,
Gundaar